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Copiare un’idea

Ho appena visto un film “Glass Onion – Knives Out”, molto divertente, nel quale due protagonisti (Edward Norton e Janelle Monáe) litigano per la proprietà intellettuale di un’invenzione (presumibilmente un motore di ricerca), inventato una decina di anni prima e che aveva reso entrambi molto ricchi.

Addirittura, gli appunti, scritti su un tovagliolo dieci anni prima, testimoniano chi dei due protagonisti sia il proprietario di quella “proprietà intellettuale”.

Il pretesto narrativo, sebbene divertente, non è credibile. O era presente un brevetto sull’invenzione, o non è importante chi abbia avuto l’idea dieci anni prima. Certo, sarebbe importante ai fini della proprietà del brevetto, ma visto che i due protagonisti hanno collaborato un decennio, entrambi ai vertici della società basata sulla detta invenzione, non è credibile che la lite sulla proprietà del brevetto inizi con un decennio di ritardo rispetto al deposito del brevetto stesso.

Il film è un mio pretesto per sollevare un interrogativo: posso copiare un’idea tecnica?

Posso copiare un’idea?

Per alcuni la risposta è sorprendente, la risposta è “si”. Chiaramente se c’è un brevetto non devo contraffare il brevetto, ma se tale brevetto non c’è, e l’ “idea tecnica” è sul mercato, non c’è alcuna legge che mi vieta di copiare il dispositivo.

Ovviamente, non devo neanche contraffare altri titoli di IP, ma in questo caso stiamo entrando nell’estetico, nel dominio dei marchi e della concorrenza sleale e uscendo dal tecnico che riguarda esclusivamente i brevetti e che è il solo argomento del presente blog post.

In Italia, purtroppo, forse proprio nel nostro DNA, non abbiamo una chiara divisione tra tutela legale e “gentlemen agreements” che intercorrono tra le aziende… siamo troppo gentiluomini. Le aziende spesso ritengono scorretto copiare le soluzioni tecniche altrui. Alcune volte le stesse sentenze sono sproporzionate verso la concorrenza sleale.

In altri paesi non è così. Ho visto un’azienda tedesca, dopo una collaborazione pluridecennale, “copiare” il prodotto della sua fornitrice italiana e, alla richiesta di spiegazioni, rispondere semplicemente “mi spiace, non l’hai brevettato”. Ammetto, la risposta ha lasciato basito anche me (la vicenda era ovviamente molto più complessa). Tuttavia, devo anche riconoscere che lamentarsi di un simile atteggiamento, sarebbe come lamentarsi del fatto che il mio avversario di una partita di scacchi muove la regina sia in diagonale sia in orizzontale. Ci muoviamo tutti all’interno di regole anche nel mondo del business.

Raccomando sempre ai miei clienti di non prendere le questioni sul personale ma pensare esclusivamente in termini economici nel lungo periodo. Nel lungo periodo perché delle volte può valer la pena, ad esempio, di perdere degli introiti nel breve periodo per salvare la reputazione dell’azienda, e quindi i suoi introiti, nel lungo periodo (così come a scacchi sono note le mosse di persone che perdono pezzi importanti per vincere la partita).

Non fidatevi dei vostri clienti e fornitori. Cercate di mantenere ottimi rapporti con loro ma considerate anche che gli stessi potrebbero cambiare. Del resto, l’occasione fa l’uomo ladro ed è opportuno non dare tali occasioni ai nostri collaboratori.