Settimana del Mobile – Forma e tecnica

Milano è in questi giorni in fermento per la fiera del mobile, che ormai, con i suoi fuori-salone ha invaso la città intera. Il mobile è forma e la forma è design.

Il design gode anche di un proprio titolo registrato, che conferisce protezione alle forme esterne degli oggetti. Forme esterne che sono protette dalla copiatura non solo pedissequa. Qui potremmo dilungarci nel dettagliare i risultati positivi raggiunti dal design registrato e ricordare che la patent-war degli smartphones e tablet è nata da una causa su design registrati in Germania.

Ma siamo proprio sicuri che il design sia solo forma?
A mio parere no, o meglio, non sempre.
Tante volte il design è molto di più che una forma, è sostanza.
Tante volte, forma e sostanza, estetica e tecnologia, interno e esterno, sono inscindibili. Penso ad esempio alle creazioni della Apple, all’industria automobilistica o ai colloqui con molti clienti. Il più delle volte dietro a una forma estetica apprezzabile esiste un notevole sforzo di realizzazione tecnica della stessa. Il modificare una forma esterna significa re-ingegnerizzare il prodotto ed apportare modifiche tecniche importanti. Il minimalismo va accentuando quest’aspetto, per dirla con le parole di Leonardo da Vinci: “La semplicità è l’estrema sofisticazione”.
Non a designer significa in lingua inglese “progettista” e non disegnatore, una figura più vicina la mondo della tecnica che a quello delle forme.

In tutti questi casi, la mia preferenza va sempre sulla protezione combinata di design e brevetto per invenzione. Se, infatti, sono protette le soluzioni tecniche, la forma estetica risulta maggiormente protetta e valorizzata.
Non solo il brevetto di invenzione consente una tutele nettamente maggiore e più importante di molte tipologie di varianti.

Purtroppo a questo proposito devo segnalare, a mio avviso, una mancanza nelle legislazioni internazionali in proprietà industriale. Basta evidenziare il fatto che design e brevetti sono così nettamente separati, ma soprattutto, ancor più grave, che una forma non può essere protetta come design se consegue un risultato tecnico! Quale forma non consegue un risultato tecnico!?! (in questo caso per fortuna la giurisprudenza è venuta in aiuto interpretando il “risultato tecnico” in maniera fortemente restrittiva). Ancor più grave il fatto che nel problem-and-solution approach, che si usa per giudicare l’inventività dei brevetti Europei, si debba indicare un problema tecnico alla base dell’invenzione e che i problemi relativi alle forme estetiche e al conseguimento delle stesse non siano considerati problemi tecnici! Certo quest’ultimo inconveniente è aggirabile scovando un problema tecnico secondario risolto dall’innovazione.  Tuttavia ritengo necessario che la legge si avvicini il più possibile alle esigenze concrete delle aziende piuttosto che creare mondi astratti.

Credi davvero nella tua azienda?

“Se nemmeno tu credi in te stesso, chi altro lo farà?”. Era la domanda retorica che il mio maestro di arti marziali mi poneva quando mi vedeva titubante.

La stessa domanda può essere posta alle aziende italiane…credete in voi stesse?

Credete nel vostro ingegno?

Se credete nel vostro ingegno lo proteggete e lo valorizzate.

Avete una nuova modifica di processo che vi consente di risparmiare un singolo watt?

Brevettatela, pubblicizzatela, scrivete che i vostri prodotti sono più rispettosi dell’ambiente e fate valere il vantaggio e il brevetto agli occhi dei vostri clienti, organizzate convegni, indicate il vostro numero di brevetto e mostratelo concretamente al pubblico. Ne guadagneranno le vostre tasche, i vostri clienti, il vostro intero settore e la autostima aziendale.

Ho visto troppe aziende buttare nel cestino la loro preziosissima innovazione per mancanza di fiducia in loro stesse. Ho visto addirittura aziende italiane vendere i loro prodotti esclusivamente tramite ditte tedesche per usufruire del loro nome. Che spreco!

Credete nel vostro nome?

Se credete nel vostro nome posizionate il vostro marchio sui vostri prodotti, dappertutto (beninteso salvaguardando il buon gusto), in bella vista, pubblicizzatelo, salvaguardatelo e siatene fieri!

Ripetetelo, ribaditelo, pubblicizzatene la nascita, le origini, il luogo della vostra sede, la disposizione delle camere e delle macchine nel vostro capannone, il colore delle pareti.

Dategli vita e valore e non abbandonatelo a sterili compromessi!

Credete nei vostri prodotti?

Beh allora rendeteli qualcosa di più di una semplice macchina…studiate ne anche l’estetica e i colori, fatteli migliori, più economici e più belli!

Pubblicizzate l’estetica, mostrate le foto dei vostri prodotti e confrontateli con la concorrenza.

Se voi stessi non crederete nella vostra azienda chi altro lo farà?