Se non ho Ronaldo, mi tengo comunque Osvaldo e Immobile

Stamattina sono entrato in un negozio di giocattoli. Mi sono soffermato su mattoncini da costruzione non della nota marca Danese, ma compatibili con gli stessi. Tali mattoncini erano in bella vista nel negozio e avevano trovato importanti collaborazioni con altri brand.
“Questi sono compatibili, ed hanno un prezzo molto minore, la nota azienda Danese ha perso la licenza” mi ha detto il venditore.
Come sanno tutti quelli che fanno il mio lavoro, pochi anni fa è accaduto che la nota azienda di giocattoli non ha ottenuto un marchio Comunitario di forma relativo ai mattoncini. La stessa azienda ha provato a difendere il marchio strenuamente, fino all’ultimo grado di giudizio Europeo, ma ne è uscita sconfitta.

Col senno di poi, l’errore della azienda è stato notevole. La stessa azienda infatti aveva ottenuto precedentemente (e credo che tuttora abbia) altri marchi tridimensionali nazionali che, sebbene difficili da difendere, esistevano anche solo a scopo deterrente. Ora anche l’effetto deterrente è scomparso.
Il fatto che tale effetto deterrente sia scomparso è evidente: i mattoncini compatibili sono in vendita non solo su siti web alternativi o nel retro di negozi, ma anche nei migliori negozi!

Tutto ciò mi ha fatto riflettere su due cose:

  1. non è una scelta ideale far fede esclusivamente sulla “forza bruta” data da titoli di proprietà industriale “traballanti”,
  2. un titolo di proprietà industriale “traballante” ha comunque valore e va gestito con ancora maggiore attenzione rispetto ai titoli “forti”.

Ad esempio, se fossi stato il consulente della nota marca Danese avrei consigliato loro di combattere battaglie minori, a maggiore possibilità di vittoria, per farmi una fama da azienda guerrafondaia e pericolosa nel campo della proprietà industriale. Avrei invece sconsigliato lo scontro frontale in campo Comunitario e cercato un accordo economico con la controparte.
Il mondo della proprietà industriale è pieno di esempi di titolo “traballanti” amministrati con maestria che hanno fatto la fortuna di grandi aziende.

Concludo con un paragone calcistico, per richiamare il titolo, nel quale i titoli di proprietà industriale sono gli attaccanti di una squadra, mentre il marketing, l’amministrazione, e la pubblicità sono il resto della squadra.
Alcuni attaccanti, molto forti, sono in grado di reggere il peso di un’intera squadra. Per questi attaccanti è sufficiente un pallone sporco arrivato dalla difesa per determinare l’esito di una partita.
Altri attaccanti non hanno un simile talento, ma sono comunque in grado di far vincere la squadra se ben serviti e ben coperti. Questi ultimi non devono essere lasciati soli e devono essere supportati
È chiaro che i primi valgono di più dei secondi, ma è altrettanto evidente che anche i secondi sono importati od addirittura fondamentali.