Pochi giorni fa ho osservato il sito web di un mio cliente.
In home page era presente il suo prodotto con uno stemma, grande quasi quanto il prodotto, che dichiarava: “Brevettato – Patented”. Bravo, bravissimo, è così che si fa!

Fai sapere a tutti che i tuoi prodotti o processi sono brevettati, che i tuoi marchi e design sono registrati. Raggiungerai tantissimi vantaggi.

Fai innanzitutto sapere ai tuoi concorrenti che i tuoi prodotti sono brevettati.
I tuoi concorrenti dedurranno che non è opportuno copiare i tuoi prodotti. Dovranno poi chiedere una consulenza specifica e costosa per verificare cosa sia brevettato e non è detto che lo facciano.
Anche se analizzeranno i tuoi brevetti, i tuoi concorrenti terranno comunque un margine di sicurezza dal tuo brevetto, proporzionale alla veemenza con la quale lo pubblicizzi. Sono frequentemente sia da un lato che l’altro della barricata, vi parlo con cognizione di causa.

Fai inoltre sapere ai tuoi clienti che i tuoi prodotti sono brevettati.
I tuoi clienti sapranno che la tua azienda è innovativa, che i prodotti sono unici, all’avanguardia, letteralmente inimitabili.
Inoltre, se sei nel B2B, i tuoi clienti sapranno che è bene non acquistare prodotti simili dai tuoi concorrenti. Quanto mi piacerebbe poter brevettare i brevetti!

Fai poi sapere ai tuoi finanziatori, potenziali, attuali, pubblici o privati, che i tuoi prodotti sono brevettati.
Anch’essi sapranno che la tua azienda è piena di valore, preziosa, solida.

Ammettiamolo, gli auguri dei patent attorney assomigliano a quelli che leggete nella cartolina! 😆😆😆

Il Montenegro entra ad essere parte degli stati aderenti alla Convenzione sul Brevetto Europeo.

La notizia non è, in realtà, molto rilevante. Questo perché il Montenegro era già parte degli Extension states aderenti all’EPO ed anche perché il Montenegro non è, genericamente, una nazione ritenuta commercialmente strategica.

Tuttavia, è l’occasione per sottolineare come funzioni bene l’European Patent Convention ed il relativo European Patent Office.

In un periodo nel quale si percepiscono forze centrifughe, che spingono le nazioni ad abbandonare le convenzioni internazionali, in particolare in Europa, l’European Patent Convention continua a guadagnare stati contraenti. Fanno parte, in qualche modo, dell’European Patent Office ormai 45 nazioni più Hong-Kong. La Gran Bretagna non ha mai nemmeno accennato alla possibile interruzione di questa Convenzione ne si sono mai sentite proposte di uscita.

Non solo, i brevetti Europei hanno man mano alleggerito le richieste dei singoli stati a vantaggio di una procedura più unitaria. Basti pensare al London Agreement, che consente di non tradurre il brevetto Europeo per la sua validazione in alcune delle nazioni aderenti all’European Patent Convention, o alla procedura di limitazione, che consente di limitare un fascio di brevetti nazionali, nati da un brevetto Europeo, con un un’unica procedura.

Non voglio trattare il nuovo brevetto Unitario, ancora non completamente nato, per il quale sarà la sua implementazione pratica a fare la differenza. Voglio invece esprimere un dubbio che ho da sempre.

Per quale ragione l’EPO/EPC non si è avventurato nel campo della contraffazione?

Perché non può dare un parere o giudizio di contraffazione di un dispositivo o processo rispetto a un brevetto?

Perché le nazioni vogliono decidere da sole?

Non può essere vero, le nazioni hanno maggiormente a cuore l’argomento della brevettabilità rispetto a quello della contraffazione. Poi un giudizio di contraffazione non sarebbe ultimo e definitivo, così come non sono ultimi e definitivi i giudizi di validità dei brevetti.

A mio parere, se l’EPO si addentrasse nei pareri o giudizi di contraffazione, avremmo una valutazione della contraffazione più omogeneo nei paesi Europei, con relativo minor forum shopping. Una minore litigiosità delle aziende, perché molte liti si ridurrebbero a confronti extra-giudiziali. Una migliore certezza giuridica. Non vedo ragioni per non implementare un simile servizio.

(Nota: foto credit: https://www.zri.nl/projecten/European-Patent-Office-Rijswijk)

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 156 del 6 luglio 2022, il decreto 7 giugno 2022 del MISE che dispone le risorse finanziarie per le misure Brevetti+Marchi+ e Disegni+, annualità 2022.

Per le tre misure a sostegno della valorizzazione dei titoli di proprietà industriale, sono state rispettivamente stanziati:
– 30.000.000 € per Brevetti + (di cui 10.000.000 € derivanti da risorse PNRR)
– 14.000.000 € per Disegni +
– 2.000.000 € per Marchi +

Marchi+ 2022
Il Bando Marchi+ incentiva l’acquisto di servizi specialistici finalizzati alla registrazione di marchi europei ed internazionali. L’incentivo viene riconosciuto a micro, piccole e medie imprese titolari dei marchi, oggetto della domanda di agevolazione.
La misura si divide in 2 tipologie di agevolazione per favorire:
1) la registrazione di marchi dell’Unione Europea presso EUIPO (Misura A);
2) la registrazione di marchi internazionali presso OMPI (Misura B).

Disegni+ 2022
L’incentivo Disegni+ sostiene micro, piccole e medie imprese nell’acquisizione di servizi specialistici esterni, finalizzati alla realizzazione e alla valorizzazione di un disegno/modello, in particolare relativi alle fasi di Produzione e Commercializzazione.
Il progetto riguarda un disegno/modello singolo o uno o più disegni/modelli appartenenti al medesimo deposito multiplo.

Brevetti+ 2022
La misura Brevetti+ sostiene la valorizzazione economica del brevetto finalizzata alla produttività, redditività e sviluppo sul mercato. I beneficiari dell’agevolazione sono MPMI, comprese le start up innovative.
Le tipologie di investimento sono relative alle seguenti spese:
– Industrializzazione e ingegnerizzazione
– Organizzazione e sviluppo
– Trasferimento tecnologico

Apertura degli sportelli per Marchi+ Disegni+ e Brevetti+
Le domande di contributo potranno essere presentate a partire dalle ore 12:00 del 27 settembre 2022.

Chi era la vedetta?

La vedetta era un marinaio, imbarcato su una nave mercantile o passeggeri, atto a scrutare l’orizzonte per visionare eventuali ostacoli o pericoli alla navigazione.

Secondo il Regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare, ogni nave “Deve mantenere sempre un appropriato servizio di vedetta visivo ed auditivo, utilizzando tutti i mezzi a disposizione adatti alle circostanze ed alle condizioni del momento”.

Perché il rischio di pirati è sempre presente, nel mare tempestoso del mondo del lavoro. E non sai né da dove, né quando sbucheranno. Per evitare gli abbordaggi è sempre meglio essere preparati, ed affidare la vedetta a qualcuno di esperto, che sappia guardare il mare.

A questo serve il servizio di sorveglianza marchi, fornito da Lunati & Mazzoni. Così vi potrete preoccupare soltanto del vostro business, mentre noi saremo la vostra vedetta e osserveremo il mare per voi.

Vi avvertiremo se sbucheranno dei nuovi marchi all’orizzonte, potenzialmente di ostacolo, che potrebbero ‘abbordare’ il vostro business. Così avrete tutto il tempo necessario per pensare a contromisure, quali diffide o opposizioni. O magari per decidere semplicemente di modificare la rotta.

Così potrete restare tranquillamente nella stiva, a curare i vostri affari come ogni giorno. Con la sicurezza di sapere che c’è qualcuno in alto agganciato al pennone, che controlla il mare per voi.

Il Vostro prodotto o processo è appena stato copiato da un competitor, o ritenete che il competitor vi stia copiando. Come agire? Cosa fare?

Beh ovviamente la soluzione è rivolgersi a uno studio di proprietà industriale, ma quali domande ci faranno? Cosa possiamo aspettarci dallo studio stesso?

Ripercorriamo di seguito le domande che farei ad uno sconosciuto che entrasse in ufficio dicendomi: “Aiuto mi hanno copiato”. In tal modo potrete essere più preparati all’evenienza.

  • Qual è il tuo prodotto/processo?

Il primo step è capire quale sia il prodotto/processo che riteniamo copiato. Da quanto tempo lo produciamo o usiamo, quanto ne vendiamo e dove, che posizione abbiamo sul mercato.

  • Che titoli di proprietà industriale avete depositato?

Il secondo step, spesso anche più importante del primo, è verificare quanti brevetti, modelli di utilità o design abbiate depositato.

Nel caso in cui non abbiate alcun titolo di proprietà industriale non è detto che sia tutto perduto.

In alcuni casi possiamo anche essere in tempo a depositare i detti titoli. Ad esempio, se il prodotto era segreto, perché in fase di sviluppo, e ritenete che sia avvenuta un’operazione di spionaggio industriale. Inoltre, in Europa, il design industriale è depositabile entro 12 mesi dalla prima divulgazione, quindi può capitare che sia ancora possibile proteggerlo.

  • Cosa produce il vostro competitor?

È poi ovviamente importante sapere che cosa produce il vostro competitor, da quanto tempo, con che caratteristiche.

  • Cosa è importante per Voi?

È anche importante capire quale sia il Vostro scopo. Se fermare la contraffazione (cosiddetta inibitoria) oppure ottenere un rimborso economico da parte del competitor (i cosiddetti danni).

In base alle Vostre risposte vi suggeriremo una azione che può essere, nella stragrande maggioranza dei casi, o una diffida o una causa legale.

La seconda è suggeribile, con speranza concreta di arrivare a risultato utile, quando non ci interessano i danni, ad esempio perché il competitor non ha ancora seriamente prodotto niente, e quando abbiamo dei titoli da azionare.

LM compie 40 anni! 🎉🎉🎉🎉

Cos’altro possiamo aggiungere?!!!!

Dal 5 maggio 2022 anche la Cina può essere un paese designato nella registrazione di Design Internazionali (WIPO).

In breve, sarà possibile depositare un design in Cina senza ricorrere a corrispondente locale e a prezzo molto ridotto, se a registrazione è effettuata insieme ad altre registrazioni, quale quella Europea.

Purtroppo, l’adesione al design Internazionale e la sua convenienza non sempre coincido. Infatti, i requisiti di tutela del design, anche quando designato tramite la procedura internazionale, possono essere differenti da paese a paese e può non valer la pena registrare design in diverse nazioni con un’unica procedura, che comporta disegni e descrizioni uniche.

Abbiamo visto aziende (per fortuna non cleinti del nostro studio al momento delle registrazioni e in genere neanche di professionisti in IP) ricevere danni dalla nullità di design causati da una registrazione internazionale realizzata con “faciloneria”.

La Lunati & Mazzoni consiglia, infatti, il ricorso all’uso del Design Internazionale solo in determinati paesi che hanno requisiti e leggi sulla registrazione del design molto simili (Unione Europea, Gran Bretagna, Svizzera e Balcanici in particolare).

Se è opportuno partire coi piedi di piombo, circa la presenza della Cina in questa procedura, è anche giustificato un certo ottimismo, visto che la Cina ha requisiti e leggi, sulla registrazione del design, molto simili a quelli del design Europeo.

Tramite un articolo sul proprio blog (https://blog.google/outreach-initiatives/public-policy/reforming-the-patent-system-to-support-american-innovation/) del proprio consulente generale Halimah DeLaine Prado, Google lancia, a mio parere, una forte accusa al sistema brevettuale Statunitense, indicando che lo stesso ha consentito un aumento delle liti brevettuali del 46% negli ultimi 3 anni e lamentando addirittura che ultimamente l’apprezzata “cultura dell’innovazione americana” si sta trasformando nella “cultura della causa”. L’accusa non è ovviamente diretta, ma posta in termini positivi, indicando possibili miglioramenti futuri.

Immagino che i patent attorney di tutto il mondo, abbiamo fatto come il sottoscritto, si siano alzati in piedi e abbiano fatto un applauso dopo la lettura dell’articolo. Interessante anche notare come Google abbia indirizzato (Giustamente) le critiche esclusivamente al sistema brevettuale statunitense e non ne abbia fatto una critica generale dei sistemi brevettuali.

Quest’articolo ribadisce quanto ho sempre affermato ai Clienti della LM, quando avevamo problemi nella concessione di brevetti in US, sulla base di obiezioni continuamente nuove e che ritenevamo di scarsa qualità. Non è un problema di campanilismo Statunitense, leggevo che le stesse problematiche erano lamentate dai mandatari Statunitensi nei forum di settore, non è neanche una questione di piccole/grandi aziende, la lamentela arriva da Google.

Google propone le proprie soluzioni:

  • Migliorare la qualità dell’esame brevettuale investendo nell’USPTO (a mio parere anche la base giurisprudenziale sarebbe da migliorare, il problem-solution approach dell’EPO, ad esempio, funziona molto meglio),
  • Impedire il forum shopping (anche se non si dice come, l’unica soluzione credo che sia con un tribunale centralizzato, come stanno sviluppando in Europa),
  • Ripristinare le procedure di opposizione (ancora una volta come in Europa).

Insomma, come in Europa e Cina si va verso la creazione di pochi, se non unici, tribunali o centri di giudizio dei brevetti iperspecializzati. Non vedo altra soluzione possibile, per una materia così complessa che unisce tecnica, legge e tecnica.

Circa l’ultimo punto e la situazione Europea, mi piacerebbe che la procedura di opposizione Europea potesse essere prorogata anche dopo i 9 mesi, magari denominandola “annullamento”, come succede presso l’EUIPO, e aumentando le fee di accesso… Se poi affiancassero all’EPO anche un dipartimento che avesse il compito di fornire pareri ufficiali sulla contraffazione brevettuale, il tanto sudato UPC sarebbe sostanzialmente inutile.

 

Negli ultimi giorni sta girando nei blog di informatica ed elettronica, uno degli ultimi brevetti dalla Apple® che descrive un computer integrato in una tastiera.

Wow! Il Commodore 64® è tornato mi viene da pensare!

Ovviamente, per deformazione professionale, cerco e scarico il brevetto, guardo dove è stato esteso e cosa rivendica. Già che ci sono gli faccio un micro esame di validità, considerando il Commodore 64® come closest prior art.

Claim 1:

A computing device, comprising (Commodore 64® lo era),

an enclosure at least partially defining an internal volume and an external surface (Commodore 64® lo aveva);

a keybord positioned at the external surface (Commodore 64® la aveva);

a processing unit disposed within the internal volume (Commodore 64® lo aveva);

a memory communicatively coupled to the processing unit, the memory disposed within the internal volume (Commodore 64® la aveva);

a singular input/output port positioned at an orifice defined by the enclosure and communicatively coupled to the processing unit and the memory, the singular input/output port configured to:

receive signals and power; and

output signals from the processing unit.

Ok, queste ultime caratteristiche il Commodore 64® non le aveva, aveva una pluralità di porte, una per l’energia, una per il video…

Mi cade lo sguardo sul cellulare… una singola porta USB-C… è chiaro che il brevetto verrà fortemente limitato e forse mai concesso.

Se fossi la concorrenza della Apple® non mi preoccuperei, se anche volessi fare un computer integrato in una tastiera sarebbe sufficiente mettere una porta in più, che ne so una presa per le cuffie, sempre gradita o due USB-C.

Poi guardo le estensioni del brevetto. Su Espacenet® risulta esteso esclusivamente negli Stati Uniti e in Cina…

Sicuramente la Apple® non ha in mente di produrre un simile computer, sembra più che altro un brevetto “di sicurezza”, per evitare titoli altrui o depositato con l’intenzione “si sa mai in futuro”.

Mannaggia, molto probabilmente non vedrò a breve il ritorno del Commodore 64® 😔

Tutte queste informazioni addizionali sono chiare agli occhi di un professionista, mentre i blogger di tecnologia paventavano il ritorno del computer-tastiera.

Fate fare le sorveglianze brevettuali da professionisti, non fatevi mettere fuori strada!