Questo brevetto europeo unitario non s’ha da fare
Come noto a tutti il brevetto Europeo, esistente dal 1973, è costituito da una procedura di concessione unitaria, portata a termine dall’Ufficio Brevetti Europeo, alla quale segue una spachettizzazione del brevetto ed una suddivisione in brevetti nazionali, sottoposti, in caso di lite, al giudizio di tribunali nazionali.
Da ormai due decenni l’Unione Europea, o almeno parte delle stessa, prova a portare avanti il progetto di un Brevetto Europeo Unitario, in cui, all’interno dell’UE, il brevetto viene ritenuto unitario e giudicato da tribunali appositamente previsti.
Sono ormai almeno cinque anni che il traguardo, che sembra a pochi metri, continua ad allontanarsi. In particolare, hanno pesantemente influito rallentamenti causati dalla Brexit, da una causa presso la Corte Costituzionale in Germania, da un “no” del parlamento tedesco (se ho ben capito formalmente dovuto a mancanza di quorum a causa “Coronavirus”), e, pochi giorni fa, da una ulteriore causa presso la Corte Costituzionale in Germania (https://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/upc-in-karlsruhe-verfassungsklage-blockiert-abermals-einheitspatent-17144279.html).
Proprio la Germania, dopo anni di pressing, sta bloccando il brevetto Europeo Unitario.
Personalmente trovo molte contraddizioni nel brevetto Europeo Unitario. Basti pensare che già esistono mezzi per far valere la contraffazione, dichiarata in una nazione dell’UE, in un’altra. Basti pensare che il principale punto di discussione, negli anni, è stato il fatto che ogni nazione vuole avere il diritto di valutare internamente la validità del brevetto, quando la validità del brevetto è lasciata al 99% all’Ufficio Brevetti Europeo, che è centralizzato. Perché semplicemente non prolungano per tutta la durata dal brevetto Europeo (non Unitario) il periodo di possibile opposizione? Magari chiamandolo annullamento, come per il marchio Europeo?
Poco male, il brevetto Europeo tradizionale funziona alla grande da quasi cinquant’anni, basti pensare che gli stati membri sono addirittura 44, che anche stati esterni all’Europa geografica ne hanno chiesto adesione negli ultimi anni, e che, complice il London Agreement, sono notevolmente diminuiti i costi di validazione dello stesso brevetto Europeo.