Elon Musk è di recente sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo… anzi, per dirla alla sua maniera, nei trends dei Social in tutto il mondo.
Si sono quindi moltiplicate le analisi anche del suo operato economico.
Una di queste analisi mi ha molto colpito.
Questa analisi esaminava la licenza libera dei brevetti Tesla. Licenza che Musk aveva proclamato nel 2019 e che avevamo commentato anche sul nostro blog.
L’analista in questione sosteneva che tale licenza servisse a diffondere l’infrastruttura necessaria al funzionamento delle auto elettriche. Nello stesso tempo, sempre secondo l’analista, Musk aveva capito che il vero discriminante, il vero vantaggio della Tesla: il prezzo delle batterie che lo stesso Musk aveva in programma di ridurre notevolmente grazie alla creazione della Gigafactory.
L’analista concludeva che, in alcuni casi, la velocità e il prezzo di produzione sono più importanti della tutela della proprietà industriale.
Una situazione simile, a mio parere, si era verificata con la distribuzione dei sistemi operativi di Windows da parte di un altro multimiliardario: Bill Gates.
Infatti, negli anni ’80 e ’90 i sistemi operativi DOS e poi Windows erano molto frequentemente distribuiti attraverso la pirateria illegale. Tale pirateria sembrava quasi tollerata ed era apertamente dichiarata nei negozi. Una azienda con il potere contrattuale e politico della Microsoft avrebbe probabilmente potuto fare di più per limitarla.
Anche in quel caso, alcuni analisti avevano sostenuto che la Microsoft aveva beneficiato della pirateria, allo scopo di massimizzare la distribuzione dei sistemi operativi.
La conclusione degli analisti è quindi corretta?
Non completamente.
A mio parere, ci sono due dettagli che non quadrano.
Perché Musk non ha semplicemente abbandonato i suoi brevetti, senza pagare gli esami o i rinnovi? Perché ha continuato a depositare, proseguire e rinnovare i brevetti?
Perché Gates non ha dichiarato il suo software open source? Perché la libera diffusione della proprietà industriale può essere vantaggiosa solo per un breve periodo di tempo, necessario appunto alla diffusione del prodotto. Nel lungo periodo l’assenza di proprietà industriale livella completamente tutti i competitor annullando gli sforzi effettuati in ricerca e sviluppo.