Riporto volentieri la seguente notizia a chi mi pone la solita domanda: “In Cina i brevetti valgono qualcosa?”.
Nel 2024 i tribunali di Pechino hanno fatto sentire il loro peso contro chi viola i diritti di proprietà intellettuale, applicando i danni punitivi con una frequenza mai vista prima. Secondo quanto riportato dall’Alta Corte del Popolo di Pechino, sono state ben 46 le sentenze che hanno previsto questo tipo di sanzione — un balzo in avanti del 77% rispetto all’anno precedente.
Una delle cifre più impressionanti? Un maxi-risarcimento da oltre 70 milioni di yuan, pari a circa 8,5 milioni di euro. Segno che chi infrange marchi, brevetti o segreti commerciali rischia sempre di più — non solo sul piano legale, ma anche economico.
A guidare la classifica dei tribunali più attivi in questo campo è il Tribunale del Popolo del Distretto di Haidian, noto per trattare numerosi casi tecnologici: solo nel 2024 ha emesso 13 sentenze con danni punitivi, per un totale di oltre 30 milioni di yuan (circa 3,6 milioni di euro). Numeri da record a livello cittadino.
Ma non si parla solo di punizioni esemplari: i giudici pechinesi stanno anche concentrando le loro attenzioni sui settori più strategici, con una crescita evidente dei contenziosi legati a tecnologie chiave o industrie emergenti. L’Alta Corte ha dichiarato che solo nel 2024 si sono superati i 3.500 casi di contraffazione di brevetto.
Insomma, Pechino non sta solo rincorrendo le violazioni: sta costruendo un sistema legale sempre più solido e moderno.
In Cina i brevetti valgono qualcosa?
