Il Montenegro entra ad essere parte degli stati aderenti alla Convenzione sul Brevetto Europeo.

La notizia non è, in realtà, molto rilevante. Questo perché il Montenegro era già parte degli Extension states aderenti all’EPO ed anche perché il Montenegro non è, genericamente, una nazione ritenuta commercialmente strategica.

Tuttavia, è l’occasione per sottolineare come funzioni bene l’European Patent Convention ed il relativo European Patent Office.

In un periodo nel quale si percepiscono forze centrifughe, che spingono le nazioni ad abbandonare le convenzioni internazionali, in particolare in Europa, l’European Patent Convention continua a guadagnare stati contraenti. Fanno parte, in qualche modo, dell’European Patent Office ormai 45 nazioni più Hong-Kong. La Gran Bretagna non ha mai nemmeno accennato alla possibile interruzione di questa Convenzione ne si sono mai sentite proposte di uscita.

Non solo, i brevetti Europei hanno man mano alleggerito le richieste dei singoli stati a vantaggio di una procedura più unitaria. Basti pensare al London Agreement, che consente di non tradurre il brevetto Europeo per la sua validazione in alcune delle nazioni aderenti all’European Patent Convention, o alla procedura di limitazione, che consente di limitare un fascio di brevetti nazionali, nati da un brevetto Europeo, con un un’unica procedura.

Non voglio trattare il nuovo brevetto Unitario, ancora non completamente nato, per il quale sarà la sua implementazione pratica a fare la differenza. Voglio invece esprimere un dubbio che ho da sempre.

Per quale ragione l’EPO/EPC non si è avventurato nel campo della contraffazione?

Perché non può dare un parere o giudizio di contraffazione di un dispositivo o processo rispetto a un brevetto?

Perché le nazioni vogliono decidere da sole?

Non può essere vero, le nazioni hanno maggiormente a cuore l’argomento della brevettabilità rispetto a quello della contraffazione. Poi un giudizio di contraffazione non sarebbe ultimo e definitivo, così come non sono ultimi e definitivi i giudizi di validità dei brevetti.

A mio parere, se l’EPO si addentrasse nei pareri o giudizi di contraffazione, avremmo una valutazione della contraffazione più omogeneo nei paesi Europei, con relativo minor forum shopping. Una minore litigiosità delle aziende, perché molte liti si ridurrebbero a confronti extra-giudiziali. Una migliore certezza giuridica. Non vedo ragioni per non implementare un simile servizio.

(Nota: foto credit: https://www.zri.nl/projecten/European-Patent-Office-Rijswijk)

Diverse variabili entrano in gioco per determinare se un brevetto sarà contraffatto o meno.

Molte volte, la bontà di un brevetto o di una soluzione tecnica è giudicata secondo una sola variabile. Le variabili sono invece molte e sono di seguito elencate e discusse.

  • Interesse economico della soluzione tecnica,
  • Qualità del brevetto,
  • Notorietà del brevetto,
  • Veemenza del titolare nel difendere il brevetto,
  • Nobiltà dei concorrenti.

1) Interesse economico della soluzione tecnica

Va da sé che un brevetto su una soluzione tecnica non economicamente rilevante non sarà verosimilmente contraffatto e viceversa. I brevetti su soluzioni tecniche economicamente importanti sono in genere oggetto di richieste di annullamento, cause di nullità e liti.

2) Qualità del brevetto

Un brevetto di migliore qualità sarà più difficilmente contraffatto. La qualità può derivare da fattori indipendenti dal patent attorney che ha scritto il brevetto (prior art in primis) o da fattori dipendenti dallo stesso.

3) Notorietà del brevetto

Sebbene le aziende debbano, per legge, informarsi sui brevetti dei concorrenti, la notorietà di un brevetto porta una più immediata conoscenza da parte dei concorrenti e quindi riduce le possibilità di contraffazione. I cosiddetti “troll”, infatti, addirittura nascondono le proprie domande di brevetto con termini generici e senza fare pubblicità, per poi richiedere i danni da contraffazione. Al contrario ho clienti che mi chiedono espressamente di inserire apposite keywords nel riassunto per facilitare il reperimento del brevetto da parte dei concorrenti. Anche l’indicazione su siti web e pubblicità, della presenza di un brevetto, moltiplica la notorietà di quest’ultimo.

4) Veemenza del titolare nel difendere il brevetto

I brevetti difesi, ad esempio in tribunale, e le aziende che li hanno difesi rimangono impressi nelle menti dei loro competitor che evitano accuratamente ulteriori liti. Questo fattore ha un’influenza molto elevata. Ricordo clienti che mi dissero che, contro un concorrente specifico, era impossibile vincere (poi smentiti nei fatti ehehe) perché avevano assistito a liti precedenti. Scherzando (e ripeto, scherzando) sostengo spesso che se fossi titolare di un’azienda di produzione con un brevetto importante farei una “causa finta” con un’azienda amica proprio allo scopo di rafforzare il brevetto (consiglio praticamente e legalmente irrealizzabile, ma intendo far passare il concetto).

5) Nobiltà dei concorrenti

Esistono dei settori tecnici nei quali le cause non si vedono, i titolari controllano i brevetti dei concorrenti e non li calpestano. È ovviamente il modo migliore per prosperare e non spendere troppo in IP. Altri settori invece sono caratterizzati da concorrenti agguerritissimi, che non risparmiano colpi bassi e scorrettezze. Non saprei dire consa influenzi la “nobiltà” del settore. Posso solo dire che non sono i margini di guadagno, né il numero di concorrenti, forse può essere la maturità degli imprenditori, e quindi l’anzianità delle aziende…. ma non ci scommetterei.

In conclusione se volete rafforzare il vostro brevetto ed evitare eccessive liti, potete lavorare sui punti 2, scegliendo bene lo studio che vi rappresenta, 3, pubblicizzando il brevetto, e 4, non ritirandovi su liti importanti e nelle quali siete in netto vantaggio. Il punto 1 immagino che sia l’obiettivo primario e continuo dell’azienda, mentre il punto 5 è molto difficilmente migliorabile (magari in riunioni di settore facendo presente la problematica…).

Buon lavoro!

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 156 del 6 luglio 2022, il decreto 7 giugno 2022 del MISE che dispone le risorse finanziarie per le misure Brevetti+Marchi+ e Disegni+, annualità 2022.

Per le tre misure a sostegno della valorizzazione dei titoli di proprietà industriale, sono state rispettivamente stanziati:
– 30.000.000 € per Brevetti + (di cui 10.000.000 € derivanti da risorse PNRR)
– 14.000.000 € per Disegni +
– 2.000.000 € per Marchi +

Marchi+ 2022
Il Bando Marchi+ incentiva l’acquisto di servizi specialistici finalizzati alla registrazione di marchi europei ed internazionali. L’incentivo viene riconosciuto a micro, piccole e medie imprese titolari dei marchi, oggetto della domanda di agevolazione.
La misura si divide in 2 tipologie di agevolazione per favorire:
1) la registrazione di marchi dell’Unione Europea presso EUIPO (Misura A);
2) la registrazione di marchi internazionali presso OMPI (Misura B).

Disegni+ 2022
L’incentivo Disegni+ sostiene micro, piccole e medie imprese nell’acquisizione di servizi specialistici esterni, finalizzati alla realizzazione e alla valorizzazione di un disegno/modello, in particolare relativi alle fasi di Produzione e Commercializzazione.
Il progetto riguarda un disegno/modello singolo o uno o più disegni/modelli appartenenti al medesimo deposito multiplo.

Brevetti+ 2022
La misura Brevetti+ sostiene la valorizzazione economica del brevetto finalizzata alla produttività, redditività e sviluppo sul mercato. I beneficiari dell’agevolazione sono MPMI, comprese le start up innovative.
Le tipologie di investimento sono relative alle seguenti spese:
– Industrializzazione e ingegnerizzazione
– Organizzazione e sviluppo
– Trasferimento tecnologico

Apertura degli sportelli per Marchi+ Disegni+ e Brevetti+
Le domande di contributo potranno essere presentate a partire dalle ore 12:00 del 27 settembre 2022.

Chi era la vedetta?

La vedetta era un marinaio, imbarcato su una nave mercantile o passeggeri, atto a scrutare l’orizzonte per visionare eventuali ostacoli o pericoli alla navigazione.

Secondo il Regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare, ogni nave “Deve mantenere sempre un appropriato servizio di vedetta visivo ed auditivo, utilizzando tutti i mezzi a disposizione adatti alle circostanze ed alle condizioni del momento”.

Perché il rischio di pirati è sempre presente, nel mare tempestoso del mondo del lavoro. E non sai né da dove, né quando sbucheranno. Per evitare gli abbordaggi è sempre meglio essere preparati, ed affidare la vedetta a qualcuno di esperto, che sappia guardare il mare.

A questo serve il servizio di sorveglianza marchi, fornito da Lunati & Mazzoni. Così vi potrete preoccupare soltanto del vostro business, mentre noi saremo la vostra vedetta e osserveremo il mare per voi.

Vi avvertiremo se sbucheranno dei nuovi marchi all’orizzonte, potenzialmente di ostacolo, che potrebbero ‘abbordare’ il vostro business. Così avrete tutto il tempo necessario per pensare a contromisure, quali diffide o opposizioni. O magari per decidere semplicemente di modificare la rotta.

Così potrete restare tranquillamente nella stiva, a curare i vostri affari come ogni giorno. Con la sicurezza di sapere che c’è qualcuno in alto agganciato al pennone, che controlla il mare per voi.

Il Vostro prodotto o processo è appena stato copiato da un competitor, o ritenete che il competitor vi stia copiando. Come agire? Cosa fare?

Beh ovviamente la soluzione è rivolgersi a uno studio di proprietà industriale, ma quali domande ci faranno? Cosa possiamo aspettarci dallo studio stesso?

Ripercorriamo di seguito le domande che farei ad uno sconosciuto che entrasse in ufficio dicendomi: “Aiuto mi hanno copiato”. In tal modo potrete essere più preparati all’evenienza.

  • Qual è il tuo prodotto/processo?

Il primo step è capire quale sia il prodotto/processo che riteniamo copiato. Da quanto tempo lo produciamo o usiamo, quanto ne vendiamo e dove, che posizione abbiamo sul mercato.

  • Che titoli di proprietà industriale avete depositato?

Il secondo step, spesso anche più importante del primo, è verificare quanti brevetti, modelli di utilità o design abbiate depositato.

Nel caso in cui non abbiate alcun titolo di proprietà industriale non è detto che sia tutto perduto.

In alcuni casi possiamo anche essere in tempo a depositare i detti titoli. Ad esempio, se il prodotto era segreto, perché in fase di sviluppo, e ritenete che sia avvenuta un’operazione di spionaggio industriale. Inoltre, in Europa, il design industriale è depositabile entro 12 mesi dalla prima divulgazione, quindi può capitare che sia ancora possibile proteggerlo.

  • Cosa produce il vostro competitor?

È poi ovviamente importante sapere che cosa produce il vostro competitor, da quanto tempo, con che caratteristiche.

  • Cosa è importante per Voi?

È anche importante capire quale sia il Vostro scopo. Se fermare la contraffazione (cosiddetta inibitoria) oppure ottenere un rimborso economico da parte del competitor (i cosiddetti danni).

In base alle Vostre risposte vi suggeriremo una azione che può essere, nella stragrande maggioranza dei casi, o una diffida o una causa legale.

La seconda è suggeribile, con speranza concreta di arrivare a risultato utile, quando non ci interessano i danni, ad esempio perché il competitor non ha ancora seriamente prodotto niente, e quando abbiamo dei titoli da azionare.