LM compie 40 anni! 🎉🎉🎉🎉

Cos’altro possiamo aggiungere?!!!!

Dal 5 maggio 2022 anche la Cina può essere un paese designato nella registrazione di Design Internazionali (WIPO).

In breve, sarà possibile depositare un design in Cina senza ricorrere a corrispondente locale e a prezzo molto ridotto, se a registrazione è effettuata insieme ad altre registrazioni, quale quella Europea.

Purtroppo, l’adesione al design Internazionale e la sua convenienza non sempre coincido. Infatti, i requisiti di tutela del design, anche quando designato tramite la procedura internazionale, possono essere differenti da paese a paese e può non valer la pena registrare design in diverse nazioni con un’unica procedura, che comporta disegni e descrizioni uniche.

Abbiamo visto aziende (per fortuna non cleinti del nostro studio al momento delle registrazioni e in genere neanche di professionisti in IP) ricevere danni dalla nullità di design causati da una registrazione internazionale realizzata con “faciloneria”.

La Lunati & Mazzoni consiglia, infatti, il ricorso all’uso del Design Internazionale solo in determinati paesi che hanno requisiti e leggi sulla registrazione del design molto simili (Unione Europea, Gran Bretagna, Svizzera e Balcanici in particolare).

Se è opportuno partire coi piedi di piombo, circa la presenza della Cina in questa procedura, è anche giustificato un certo ottimismo, visto che la Cina ha requisiti e leggi, sulla registrazione del design, molto simili a quelli del design Europeo.

Grazie al Polo Cosmesi!

Sono stato molto felice di spiegare i brevetti ai loro associati!

Valerio

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Tramite un articolo sul proprio blog (https://blog.google/outreach-initiatives/public-policy/reforming-the-patent-system-to-support-american-innovation/) del proprio consulente generale Halimah DeLaine Prado, Google lancia, a mio parere, una forte accusa al sistema brevettuale Statunitense, indicando che lo stesso ha consentito un aumento delle liti brevettuali del 46% negli ultimi 3 anni e lamentando addirittura che ultimamente l’apprezzata “cultura dell’innovazione americana” si sta trasformando nella “cultura della causa”. L’accusa non è ovviamente diretta, ma posta in termini positivi, indicando possibili miglioramenti futuri.

Immagino che i patent attorney di tutto il mondo, abbiamo fatto come il sottoscritto, si siano alzati in piedi e abbiano fatto un applauso dopo la lettura dell’articolo. Interessante anche notare come Google abbia indirizzato (Giustamente) le critiche esclusivamente al sistema brevettuale statunitense e non ne abbia fatto una critica generale dei sistemi brevettuali.

Quest’articolo ribadisce quanto ho sempre affermato ai Clienti della LM, quando avevamo problemi nella concessione di brevetti in US, sulla base di obiezioni continuamente nuove e che ritenevamo di scarsa qualità. Non è un problema di campanilismo Statunitense, leggevo che le stesse problematiche erano lamentate dai mandatari Statunitensi nei forum di settore, non è neanche una questione di piccole/grandi aziende, la lamentela arriva da Google.

Google propone le proprie soluzioni:

  • Migliorare la qualità dell’esame brevettuale investendo nell’USPTO (a mio parere anche la base giurisprudenziale sarebbe da migliorare, il problem-solution approach dell’EPO, ad esempio, funziona molto meglio),
  • Impedire il forum shopping (anche se non si dice come, l’unica soluzione credo che sia con un tribunale centralizzato, come stanno sviluppando in Europa),
  • Ripristinare le procedure di opposizione (ancora una volta come in Europa).

Insomma, come in Europa e Cina si va verso la creazione di pochi, se non unici, tribunali o centri di giudizio dei brevetti iperspecializzati. Non vedo altra soluzione possibile, per una materia così complessa che unisce tecnica, legge e tecnica.

Circa l’ultimo punto e la situazione Europea, mi piacerebbe che la procedura di opposizione Europea potesse essere prorogata anche dopo i 9 mesi, magari denominandola “annullamento”, come succede presso l’EUIPO, e aumentando le fee di accesso… Se poi affiancassero all’EPO anche un dipartimento che avesse il compito di fornire pareri ufficiali sulla contraffazione brevettuale, il tanto sudato UPC sarebbe sostanzialmente inutile.

 

Aziende con più di 10 anni di storia che non hanno registrato il proprio marchio.

In Italia succede ancora! Nulla da aggiungere!

Imprenditori, siete seri? È il costo di un caffè alla settimana!

Senza un marchio registrato, rischiate di dover rinunciare per sempre al vostro nome e alla vostra reputazione duramente conquistata.

Piuttosto, se volete risparmiare, viaggiate in automobile senza assicurazione. Rischiate di meno e risparmiate di più.

Venite da noi, venite alla Lunati & Mazzoni, troviamo la soluzione che fa per voi e vi facciamo dormire tranquilli!